Una Cronaca di emozioni e sensazioni

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Oltre 100 carte di formati e natura diversa, una scrittura a più mani, sempre molto veloce e con inchiostro di colori differenti, cancellature, aggiunte, piccoli errori e imprecisioni linguistiche ...; al di là della sua natura organizzativa e rendicontativa, già nel suo aspetto esteriore questo documento riflette tutta  l'emergenza e la drammaticità del momento e ci offre anche uno spaccato di vita nei giorni dell'alluvione aprendoci le porte di una casa dove il fango nero, viscido, fetido non aveva risparmiato nulla: pareti e pavimenti, stanze e scantinati, mobili e suppellettili, vestiti e biancheria.
Possiamo allora vedere le tante persone (soldati, volontari, personale interno, ecc.) che quotidianamente hanno dato il cuore per cercare di riattivare il pozzo per l'acqua, la sterilizzatrice delle siringhe, i fornelli a gas o le caldaie; per spostare le masserizie distrutte; per trovare il solvente per scioglere la nafta, i disinfettanti, i gruppi elettrogeni, le motopompe, le idrovore, i guanti, le maschere antigas; per ripulire e aggiustare i lettini dei bambini, i mobili per la scuola, gli scaffali dell'Archivio, le cucine, le sezioni dei bambini ... i sotterranei (un vero problema!). Di giorno in giorno, di ora in ora, seguiamo le vicende della presa trifase che sembra non funzionare mai, delle fangovere che non si trovano e che quando finalmente arrivano, non possono entrare nel cortile perché troppo grandi come la fangovora di Bologna, che fu fatta entrare dall'ingresso di Via dei Fibbia e fu poi messa in funzione da operai svizzeri! Così come vediamo i volontari che ogni giorno si lavano e disifettano le mani (con lo Zefiral) o sentiamo lo stridere di clacson, lo sbattere delle auto, il rumore dell'acqua a cui si sovrappone alla fine un silenzio di tomba. Suggestivi i mucchi di biancheria da lavare e disinfettare, già tantissima anche in condizioni normali in una casa di bambini: ogni giorno i furgoncini (come la Pulmanina dell'Istituto) fanno la spola con la lavanderia di Castello in un via vai continuo di  pezze, vestiti, fasce, grembiuli, coperte.
Insomma, dietro la registrazione di eventi ed emergenze emergono sequenze più "descrittive" e "riflessive" che registrano i sentimenti e le riflessioni di chi scrive e che evocano in noi lettori sensazioni (visive, uditive, olfattive) e stati d'animo (paura, stanchezza, fiducia ...), coinvolgendoci nella febbbrile atmosfera di quei momenti difficili! Proprio per sottolineare e valorizzare la valenza emozionale del racconto e farlo emergere nel suo aspetto diacronico e contenutistico, sono state predisposte due differenti versioni di questo documento:

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