5. Don Piccini telefona in Prefettura
print this pageUna volta che le acque si erano ritirate, seri problemi si riscontrarono in città per le operazioni di soccorso e di assistenza a causa delle difficoltà di spostamento causate dalla interruzione delle strade e della mancanza dei servizi essenziali, acqua, luce e gas. (Una città sott'acqua)
Fin dal 5 novembre, con l'arrivo del Presidente Santoro, gli interventi per fronteggiare l'emergenza all'interno dell'Istituto assunsero una forma più strutturata e venne fatto un vero piano di intervento. A partire da questo momento, e per tutti i giorni successivi, le attività ruotarono intorno alla necessità di trovare Istituti disposti ad accogliere i bambini (I nostri bambini), reperire acqua potabile, disinfettanti, solventi per sciogliere la nafta, vaccini antitifo, benzina e energia elettrica.
Ci si attivò quindi per ottenere i permessi necessari per circolare in città, per garantire gli stipendi ai dipendenti, il sussidio ai bambini esterni, per ripristinare le attività scolastiche dei bambini, per pulire gli ambienti dal fango e dalla nafta, per restaurare i mobili (per esempio i lettini dei bambini), per mettere in salvo l'Archivio (Molti volumi sono stati eliminati): cioè per ripristinare le normali condizioni di vita!
Per quanto riguarda gli interventi strutturali (I danni all'edificio), il Genio Civile, di comune intesa con l’Amministrazione, stilò un primo piano di intervento, sebbene passibile di variazioni di priorità: le scelte da compiere non erano facili, dal momento che l’Amministrazione doveva tener conto anche del vasto programma di ristrutturazione della sede, presentato al Consiglio di Amministrazione già anni prima.
Il progetto, a firma di Guido Morozzi della Soprintendenza per i Beni Architettonici di Firenze, aveva l’obiettivo di riportare alle antiche e originarie linee brunelleschiane tutta la parte storica dell’Istituto. In seguito all'alluvione, tale progetto dovette essere ampliato e, a tal fine, l'Amministrazione incaricò lo Studio dell'architetto Luigi Tendi di eseguire una perizia sui danni provocati dalle acque. I lavori di recupero furono eseguiti anche grazie ai sostegni finanziari ricevuti dallo Stato Italiano, dal Governo Canadese e dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze.