8. Hanno bisogno di aiuto
print this pageLa solidarietà e il reciproco sostegno furono sicuramente due degli elementi che più hanno caratterizzato i drammatici giorni dell'alluvione. (Una città sott'acqua)
Spirito di condivisione e generosità verso gli altri alluvionati affiorano anche dietro i fatti e gli eventi registrati nella Cronaca. Così, già nelle prime ore del pomeriggio del 4 novembre, gli uomini e le donne che si trovarono a presidiare il brefotrofio (Don Piccini e gli altri) si inventarono soluzioni d'emergenza per portare in salvo prima due persone che stavano per annegare in piazza SS. Annunziata, poi un colonnello e alcuni dei suoi uomini, rimasti imprigionati dentro a un carro cingolato in balia delle acque. Avvicinati dai vortici dell'acqua alla gradinata esterna dell'Istituto, gli inservienti, da sotto il portico, lanciarono loro tavole e corde perché si sostenessero e, a gran forza, strapparono quei corpi dalla furia dell'acqua. Poveri ragazzi erano ore e ore che inzuppati di acqua e nafta non avevano fatto che vagare nell'acqua. Portati in salvo, furono accolti, asciugati, rifocillati e messi a riposare, tutta la notte, lungo il corridoio di fianco all'Archivio.
Anche nei giorni successivi fu cura dell'Istituto condividere gli aiuti che riceveva (Gli amici), se in eccesso o non adatti, con altre realtà anch'esse in stato di necessità. La sig.ra Carminati, per esempio, venne incaricata di catalogare gli indumenti donati all'Istituto in modo che quelli non necessari potessero essere dati a chi, al di fuori della casa, ne avesse bisogno (molti indumenti per adulti vennero passati al Convento della SS. Annunziata); medicinali e latte in polvere, offerti dal direttore del quotidiano La Nazione, Dr. Massei, furono indirizzati verso la zona alluvionata di San Donnino; calce viva e risme di carta bianca per l'interfogliatura dei volumi dell'Archivio vennero condivise con l'Archivio della SS. Annunziata (Molti volumi sono stati eliminati) ...
Ovviamente non ci si scordò degli istituti che avevano ospitato i bambini allontanati dall'Ospedale : S. Marta a Settignano, Principessa di Piemonte a Poggio Imperiale (I nostri bambini); né degli istituti ad esso strettamente collegati: le Case famiglia di Borgo Pinti e di via Galileo (S. Lucia), dove vivevano madri nubili con figlio . Qui, ogni giorno, venivano inviati generi alimentari (latte, pane, acqua frutta e verdura). Alla casa di Borgo Pinti, danneggiata al piano terreno, gli amministratori degli Innocenti provvidero a inviare le motopompe e non tardarono i sopralluoghi da parte di ingegneri per controllare l'agibilità dei locali (C'è un lavoro immane da compiere).